tango argentino
ORIGINI
La storia del Tango Argentino inizia a Buenos Aires ai primi del 900, quella che nasce è una musica triste, malinconica, nata dagli immigranti costretti a lasciare le proprie case, nasce dall’incontro della cultura popolare europea con quella locale, caratterizzata da una etnia di origine africana con in suoi ritmi musicali.
Le origini del Tango vanno tra la fine dell’800 e i primi anni 20 del ‘900, furono circa 2 milioni i soli italiani che migrarono verso l’Argentina, dove trovarono una cultura già affermata nella quale si integrarono, ma dalla quale furono anche relegati assieme agli altri emigranti, agli schiavi neri liberati e ai gauchos delle Pampas trasferiti in città anche loro
in cerca di fortuna.
Ognuno portava con sé le proprie poche cose, tra cui le proprie tradizioni, i propri canti e i propri balli, mischiati alla disperazione e alla malinconia. Insieme si riunivano nei conventillos (grandi case con cortili) che si trovavano negli Orilla, i quartieri creati per gli immigrati, ed è qui che si mischiarono le loro storie, i loro ritmi e le loro lingue.
L’Habanera cubana, la Payada dei gauchos, il Candombè africano, si mischiarono e quello che ne venne fuori fu la Milonga, un ritmo sincopato, tagliato, legato alla terra, in cui nella coppia l’uomo assume
il ruolo di guida.
La Milonga entra nelle case ma subito si trasforma in qualcosa di più morbido e lineare, si trasforma in un 4/4, ovvero nel Tango.
Il Tango Argentino all’inizio si ballava dentro le case, nei conventillos, nei peringundìn e nei bordelli, dove le donne venivano pagate
per ballare con gli uomini.
Presto il Tango venne scoperto dalla borghesia e da qui il salto
ai salotti europei fu breve.
In Europa il lato sensuale ed energico del tango fu subito apprezzato ma anche criticato fortemente, come avvenne prima con il Valzer,
tanto da essere bollato come osceno e immorale.
Il ballo entrò comunque nei salotti buoni europei e da qui tornò in Argentina dove fu adottato dalla borghesia e nacquero i primi locali dedicati esclusivamente a questo ballo: le Milonghe.
La Scuola Tango D'Estilo a Reggio Emilia si dedica alla cultura e alla diffusione del tango argentino sul nostro territorio.
LA MUSICA
Agli inizi del 1900 la musica subì un’altra trasformazione: all’inizio le formazioni di musicisti portavano i propri strumenti che erano riusciti a portare con se sulle navi, il flauto, il violino, la chitarra e il bandoneon e normalmente erano in tre o quattro a suonare (questo periodo viene chiamato Guardia Vieja); con l’apertura dei locali (la milonga) entrò in scena il pianoforte, di proprietà della milonga stessa, che prese il posto della chitarra e del flauto, e l’affermarsi della figura del cantante come elemento centrale dell’orchestra.
Le serate a Buenos Aires erano vivaci, con moltissime milonghe aperte ogni sera, ognuna con musica dal vivo, ognuna in competizione con le altre, ogni Barrio con la propria preferita. La richiesta e la competitività portarono a formazioni orchestrali sempre più ampie e allo sviluppo della qualità sia dei brani sia dei supporti su cui venivano registrati, si passò infatti dai rulli di cera ai dischi in vinile, ai nastri magnetici.
Gli anni ’40 sono quelli che vengono chiamati “epoca de oro” e dove sono stati scritti i migliori Tanghi, ma anche i peggiori perché la quantità di richieste venivano soddisfatte spesso in maniera frettolosa e poco accurata.
IL BALLO
Il Tango argentino è un ballo famoso per il fascino e l’eleganza.
L’intimità che si crea all’interno della coppia e la profonda concentrazione ne esaltano la bellezza.
Si tratta di un ballo basato sull’improvvisazione, caratterizzato dall’eleganza e dalla sensualità i cui fondamenti principali sono l’abbraccio e la camminata.
Essendo un ballo basato sull’improvvisazione non esiste il concetto di sequenze predefinite, e sta alla capacità dell’uomo costruire il proprio ballo passo dopo passo.
Questo non significa che l’uomo “inventa” i passi, ma solo che deve avere la capacità di concatenare i movimenti del tango
in maniera sempre diversa.
L’abbraccio è frontale dove l’uomo circonda la schiena della donna con il suo braccio destro e tenendole la mano con la sinistra, mentre lei circonda il collo dell’uomo con il suo braccio sinistro.
L’uomo guida utilizzando il proprio corpo per spostare il proprio asse, la donna segue con una piccola contrapposizione per creare
e mantenere la connessione.
Tradizionalmente nelle sale da ballo di tango (le Milonghe) si utilizzano così come un tempo dei codici comportamentali su cui si fonda tutt’oggi il galateo del Tango Argentino.
Una di queste è il la Mirada e Cabeceo ovvero il particolarissimo modo in cui si inviata al ballo.
Nella milonga i brani musicali sono organizzati in gruppi di 4 o 5 brani ballabili (detto “la tanda”) separati da un pezzetto di una canzone “non ballabile” (detta “la cortina”).
I brani ballabili appartenenti alla stessa tanda si accomunano sia come genere (tango, vals, milonga) che come stile (stessa orchestra,
stesso periodo storico).
La cortina serve per sancire il momento in cui si smette di ballare con la dama che si ha invitato. Smettere prima dell’avvento della cortina è un gesto scortese, spesso offensivo.
Per tradizione è sempre l’uomo che invita a ballare una donna, e mai viceversa. Il Cabeceo è un cenno del capo usato in milonga
per invitare una dama a ballare.
Poiché le milonghe sono sempre state luoghi di incontro (e di scontro) è nata la necessità di poter invitare una donna (spesso mai vista prima) senza doversi mettere nella condizione sgradevole di poter ricevere un rifiuto DIRETTO (cosa sgradevole sia per lui che viene rifiutato
sia per lei che rifiuta l’invito a ballare).
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